venerdì 27 marzo 2009

La colpa non è stata della camicia bensì del troppo caldo!


Allora, Nello è famoso per il suo abbigliamento.

Si presenta vestito praticamente da cow-boy [cappello -due esemplari, quello di tutti i giorni e quello della festa-, jeans, camicia a quadrettoni con maniche rigorosamente corciate, cinghia, stivale " 'nghe lu tacche scugnate llà rrete" (con il tacco ad angolo di 45°, ndr), d'inverno ma solo negli ultimi anni il cappotto blu alla "Sentenza" de "Il Buono, il Brutto e il Cattivo"].

Adesso un po' si è calmato, ma di solito d'inverno andava girando con camicia, pantaloni, cappellone e stivali. Con qualunque tempo.

San Benedetto del Tronto, la sua patria, come molti sanno è un paese baciato dal sole e dal clima mite anche d'inverno. La colonnina di mercurio raramente scende sotto i sette-otto gradi, e sempre per periodi limitatissimi. Quindi tutto sommato non corre grossi pericoli, il nostro Eroe.

Ora però c'è un altro fatto: ogni anno durante le feste natalizie andiamo a Torino presso i luoghi in cui vissero Pier Giorgio Frassati e i grandi santi torinesi. In quei giorni le temperature da quelle parti scendono decisamente sotto lo zero, e nevica pure.

Un anno Nello fece tutto il pellegrinaggio con neve e meno cinque gradi centigradi di temperatura durante il giorno naturalmente con il solito abbigliamento. Non fece una piega. Durante il viaggio di ritorno in pullman molti videro che cambiava colore: rossiccio, anzi bianco e rosso in viso, sudarella, tremarella...

Nello scese dal pullman lamentando ovviamente il troppo caldo dell'abitacolo.

Per qualche giorno nessuno lo vide. Preoccupati, diversi di noi telefonarono al nostro Eroe che disse di avere la febbre a 40°...

Alle canzonature degli amici che dicevano: "O Ne', sci voluto fa lu furt', e mo sci pijato la febbre a quaranda...", l'Eroe, calmo e argomentante, rispondeva:

"La còlpe nn'ha schtata de lu fredde o che sso jite nghe la caméce, la còlpe ha schtata de la defferenze de temberatòre...".

(trad.: "la colpa non è stata del freddo o del fatto che io sia andato vestito solamente con la camicia, la colpa è stata della differenza di temperatura", ndr: la differenza tra le giustamente basse temperature torinesi e l'ingiusto caldo eccessivo del pullmann).

Capito, il saggio...?


martedì 17 marzo 2009

Nello e San Patrizio


Oggi è la festa di San Patrizio, patrono d'Irlanda, terra di santi, di eroi, di gente eccessiva, come dice sempre il nostro amico Paolo Gulisano, un altro dei biografi di Nello.

Nello, quando sente queste cose, affascinato da tanta santità, eroicità e -perché no?- eccessività irlandese, dice, pensando alla sua:

"Angh'io sono eccessivo!".

Noi diciamo che non è eccessivo, per lo meno non eccessivamente.

Poi bisogna dire anche un'altra cosa: Roberto Prisco, fondatore dei Gruppi Chestertoniani Veronesi, appena vide Nello disse (con il suo fantastico accento veronese): "Ma quèsto è lui, è Patrick Dalroy", riferendosi all'eroe e protagonista dello splendido romanzo di Gilbert Keith Chesterton L'Osteria Volante (sradicava olivi, puniva islamici fondamentalisti, picchiava poliziotti reprobi, scardinava insegne di pub... Nello, insomma!). E guardandolo compiaciuto continuava tra sé e sé: "E' proprio lui...".

Nello, irlandese di casa nostra!

Quann' me more... - 2

Nello ha una caratteristica: ogni tanto, quando l'atomosfera lo consente, elucubra sulla sua morte e su quello che NOI AMICI dovremo fare dopo la SUA morte (noi non abbiamo nulla in contrario, ma sono una mezza specie di Fatiche di Asterix...).

Tempo fa, in un altro post, descrivemmo come doveva essere fatta la cassa da morto secondo le volontà di Nello.

Oggi descriviamo uno dei modi in cui Nello vorrebbe finire i suoi giorni (ma guardate, nulla di strano, è tipico degli eroi veri...):

"O ma', je vuje meri' in Africa, mezz' a la savana 'mbrezate da 'na zanna d'elefante... ahh!" (e qui Nello mima il dolore causato dalla zanna di un'elefante, che naturalmente egli conosce..., n.d.r.).

Trad. dal sambenedettese: "O mamma (vocativo, n.d.r.), io voglio morire in Africa, in mezzo alla savana, infilzato da una zanna d'elefante... ahh!".

Versione alternativa: "O ma', je vuje meri' in Africa schiacchiat' da 'na mandria d'elefande, oppure meri' 'mbrezate da 'nu rennoceronde... ahh! Perché... polvere a la polvere, terra a la terra.!".

Trad. dal sambenedettese: "O mamma, io voglio morire in Africa schiacciato da una mandria di elefanti oppure morire infilzato (ci risiamo, n.d.r.) da un rinoceronte... ahh! (anche qui, ci risiamo: ahh, cose cruente, bestie enormi, pesanti, belle pesanti, n.d.r.) Perché... polvere a la polvere, terra a la terra...!" (qui il nesso è di difficile comprensione, ma evidentemente sono sottigliezze per pochi, n.d.r.).

La mamma, che di sovente assiste a queste scene, di solito afferma, non senza una punta di verità: "Ragazzi, questo è matto, fate qualcosa!".

giovedì 12 marzo 2009

Mmaledetta plasch't'ch', ora e sempre!




"Io sono un dichiarato, un aperto, un irriducibile nemico della civiltà moderna. Questa sozza baldracca turpiloquente, vestita d'oro e ripiena di vermi, dov'ha toccato ha appestato. Essa ha innalzato i meccanici al di sopra de' poeti, i banchieri al di sopra de' santi, il diavolo al di sopra di Dio".

Nello?

No, Domenico Giuliotti, "Tizzi e fiamme".

Ma in fondo è la stessa cosa... no?



sabato 7 marzo 2009

Le avventure di Carmelo - 1


In questi video potete vedere un improvvido incantatore di serpenti (il mitico Ciccio) che tenta di incantare Carmelo.

Ma Carmelo non è un serpente e non si fa incantare più di tanto...

Carmelo è un grande. Seguiremo sempre le sue avventure.



i camerieri si sono spaccati...